CHIARA VENTURA

Chiara Ventura

MEAT / NOBODY

Tra psiche e corpo: l'Altro

 

Testo critico: Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi

La carne può diventare ostacolo della psiche, in senso tanto fisico quanto metaforico. In questa installazione, Chiara Ventura utilizza il cibo per presentare come la carne risulti soffocante, difficile da masticare e da ingoiare (Mi chiamo fuori, 2020), e impedisca di dire, di condividere, di denunciare. Allo stesso modo, somministrata velocemente e a piccoli assaggi (Piatto freddo, 2020-2022), non permette di andare a fondo e di interiorizzare la violenza dietro le informazioni che quotidianamente ci vengono messe “sul piatto”. Come è proprio della sua pratica, Ventura reagisce in opposizione all’anestesia diffusa del nostro tempo attraverso azioni empatiche, che aprono a nuove forme di relazione e riflessione su ciò che avviene dentro e fuori di noi. La sua attività artistica intende costruire un ponte per andare oltre la superficie e ridare dignità e importanza al sentire l’altro, per comprendere il mondo in cui viviamo.

BIO: Chiara Ventura (Verona, 1997) analizza il corpo, le sue relazioni e reazioni con psiche, emotività e l’Altro, attraverso una pratica prevalentemente performativa. Nell’indagare e denunciare gli aspetti più subdoli delle forme di violenza presenti nella contemporaneità, dirige l’attenzione sugli aspetti politici del comportamento umano. Nel 2020 ha co-fondato plurale, un concetto che trova forma nel fare arte collettivo.